domenica 29 giugno 2008

Perchè sono contro questa Europa.



Oggi mi sento antieuropeista. E' brutto a dirsi per un ex-strasburghese, ma posso provare a spiegarmi. Non sono "contro l'Europa", ma contro questa cosa informe e sospetta che una ristretta cerchia di oligarchi sta imponendo agli Europei ormai da alcuni decenni, ovvero una comunità fondata su principi che ancora non ho ben compreso, anzi che avrei preferito non comprendere. Non sulla lingua, visto che i greci non capiscono un acca di finlandese. Non su una cultura: nel Candido leggete che Voltaire conosce a menadito Istanbul e la cultura turca, mentre oggi la Turchia è nell'Europa solo per la sua nazionale di calcio. Non sul cibo, soprattutto per noi italiani che quando andiamo all'estero storciamo sempre (e a ragione) il muso. Non sulla geografia, tanto è vero che la Svizzera (che ne dovrebbe essere il cuore), il Regno Unito, le repubbliche della ex-Jugoslavia e la Norvegia ne sono amabilmente fuori. Non sulla religione: ci sono cattolici, protestanti, ebrei, musulmani e chissà quanti altri. Non sull'architettura, sulla moda, sulla tecnologia... proviamo ad andare con il nostro asciugacapelli in Francia e avremo problemi. Senza contare che i francesi non hanno il bidet. Non sulle convenzioni sociali, visto che il matrimonio gay spagnolo in Italia non è riconosciuto. Non sulle infrastrutture di cemento: provate ad entrare in Svizzera, vi chiederanno 28 euro, e se fate storie vi diranno "italiano, prima pakaren e poi diskutaren". Non esiste una politica energetica comune: se l'Italia va in blackout la Polonia non può farci niente. Ma allora?

Il sito europa.eu ci dà la definizione di Europa: una partnership economica e politica. E questo, dai tempi della CECA. Ecco quindi venire fuori la ragione di esistere dell'Europa: una struttura che al suo interno impedisca le guerre (non esistono più assi e alleanze) e che faccia circolare lo stesso denaro.

Dunque io credevo che l'Europa fosse sinonimo di apertura culturale, di voce internazionale di democrazia e libertà, di pulizia, ricchezza e bontà. Invece, eccomi di fronte all'Europa delle Banche. Ovvero, come fare profitti creando una ipernazione che non c'è.

E a dire il vero non siamo uniti neanche sulla moneta, visto che in Svizzera hanno ancora i franchi e in Inghilterra hanno ancora la sterlina. Inoltre non esiste un Ministro Europeo delle Finanze. Per cui se l'Italia va male, va male e basta, non può sperare che gli svedesi e i tedeschi si tassino per essa. E poi non abbiamo un Presidente. Se il primo ministro inglese decide di fare guerra all'Iraq, nessuno si può opporre. E se qualcuno tira le orecchie a Berlusconi per la vicenda di Rete4, può multarlo ma non può fare altro. E' evidente che il potere politico dell'Europa è ben poca cosa.

Ebbene alla fine dei conti... non esiste un metodo per fare due prese elettriche uguali in Ungheria e in Spagna, ma... i kiwi in Europa devono avere una certa dimensione, per poter essere venduti. E non un millimetro di meno, altrimenti te li ritirano e ti multano, anche se sono perfettamente mangiabili. Questa vicenda, di una comicità intrinseca devastante, è reale, e fa riflettere. Questa mentalità di dover per forza prendere le misure alle banane, ai kiwi e alle cipolle, mettere marchi ed etichette ovunque, piazzare bollini e codici su ogni caspita di prodotto, può anche essere di aiuto al consumatore, ma il troppo storpia. L'Irlanda lo ha capito, e non ha ratificato il voto al trattato di Lisbona. Gli eurocrati, a partire da Napolitano, molto democraticamente, non hanno dato peso a questo no, e hanno già cominciato a prendere iniziative per scavalcarlo o aggirarlo (sia mai detto che una Nazione che ha meno abitanti della Puglia possa dire NO al trattato di Lisbona). Questo fare l'Europa a tutti i costi puzza di associazionismo segreto, che si traduce in associazionismo forzato, imposto alla popolazione.

E' ora che l'Europa, se vuole veramente esistere, cacci gli Eurocrati che stabiliscono la lunghezza delle banane, e riprenda nelle sue mani la sua sovranità culturale, politica e decisionale. Come hanno insegnato gli Irlandesi. Il denaro verrà fuori di conseguenza.

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