Le "-tomila firme" raccolte nei precedenti V-day sono stipate in pacchi buttati in non meglio identificate cantine governative. E' un buon indice di quanto i nostri governanti siano interessati al parere del demos: men che zero. E dire che democrazia vuol dire governo del popolo, me lo insegnavano alle Elementari.
Il tema della Giustizia non è stato scelto a caso. Si è imposto, da solo. La situazione in cui versa la Giustizia, devastata recentemente da un ingegnere (Castelli) e da uno che non è nemmeno ingegnere (Mastella), è nota a chi non bazzica quegli ambienti grazie alle cronache televisive di Report e di vari libri (Toghe Rotte, La deriva...). Praticamente esistono magistrati, nel Paese industrializzato che è l'Italia, che non hanno neanche la sedia su cui sedersi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente legge sulle intercettazioni, che Grillo propone argutamente di chiamare "Legge Silvio Berlusconi". Come spiegato più volte da Grillo, Di Pietro ma soprattutto da Travaglio e altri giornalisti, si tratta di una legge liberticida, nata dall'ennesimo tentativo (riuscito) di Berlusconi e della Casta di sfuggire alla Magistratura e all'Informazione, che mina profondamente, alle basi, la democrazia del nostro Paese. Tanto che non è lontana l'ipotesi di un eventuale ricorso ad organismi extranazionali, nel caso questa legge dovesse entrare in vigore. Di Pietro ha proposto di andare al referendum. Questa ipotesi non mi affascina molto:
1) perchè i referendum possono essere aggirati con molteplici metodi
2) perchè questa legge, di fatto, forma una spaccatura tra chi è onesto e chi è disonesto. E questa battaglia mi sembra tristemente dura da vincere.
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