Ho avuto modo di sentire come i politici italiani abbiano accolto la notizia dell'elezione di Sarkozy in Francia. Prodi ha detto che è stata una vittoria ampia. Bruno Vespa chiedeva a lui stesso e agli ospiti "perchè ha vinto Sarkozy e perché ha perso Segolene". Alleanza Nazionale non la smetteva di fare un panegirico dopo l'altro, ma in generale tutta la destra si è lanciata nella distruzione totale degli spauracchi di sinistra, e la sinistra si è difesa come il riccio nella sua tana. In realtà, il 53% dei voti non è una vittoria ampia. A mio avviso, non è neanche una vittoria: per me è una ampia parità, tra un mezzo ungherese e una mezza senegalese, che tra l'altro hanno idee un po' strane, controverse, e contraddittorie sulla politica dell'immigrazione.

La sinistra si chiede "dove abbiamo sbagliato"? La destra si tronfia della vittoria. Sbagliano entrambi. A mio avviso una vittoria del 53% è dovuta ai moti browniani della società, non certo ai programmi e allo charme televisivo dei contendenti, entrambi bravi ed entrambi meritevoli. E questo è lo scandalo del sistema democratico odierno, in cui non governa il popolo ma la maggioranza del popolo. E se la maggioranza ammonta al 3%, cosa c'è di democratico in 20 milioni di persone che si vedono governati da uno che non hanno richiesto e che non hanno scelto? Chiamiamola col suo vero nome, la maggioranzocrazia.
PS: Berlusconi va tutto tronfio, pensa che Sarko l'abbia preso come modello :-).