martedì 4 novembre 2008

Che succede in Congo?

Il Congo è un paese africano grande quanto l'Europa Occidentale. Da dieci anni il Congo vive una guerra che ha prodotto cinque milioni di morti. L'abusata locuzione "catastrofe umanitaria" di cui parla l'ONU è un lontano specchio di ciò che sta realmente accadendo in questi giorni, in queste ore. Il sito del PD intitola così un articolo di ieri 3 Novembre 2008:

Congo, arrivano i caschi blu:
Ma rimane alto il rischio di una catastrofe umanitaria.

Sorvolando su una facile ironia riguardo la prontezza di riflessi del PD e del suo segretario, vale la pena di chiedersi se cinque milioni di morti e dieci anni di guerra possano già essere considerati come una catastrofe umanitaria.

In realtà ciò che sta accadendo non lo sa nessuno. Si sa solo che c'è un grande ambaradàn con un numero imprecisato di vittime e milioni di sfollati. Considerando la densità di giornalisti e reporter ubicati in Iraq e Afghanistan, e la densità di giornalisti inviati in Congo, il raffronto è ridicolo.

Infatti il TgCom, per informarsi, telefona non ad un giornalista ma ad una volontaria, Giulia Pigliucci del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che opera in un centro congolese di Salesiani: "al momento i ribelli tutsi del generale Laurent Nkunda si muovono per cacciare i governativi, fedeli al potere centrale del presidente Joseph Kabila. In questa situazione ci sono oltre due milioni di sfollati che non hanno aiuti e si spostano in cerca di cibo, acqua, medicine e per scappare alle violenze della guerra. [...] Saccheggi, violenze [...] la cittadinanza è il bersaglio di miliziani, militari e pirati [...] i prezzi in città sono arrivati alle stelle. Gli aiuti umanitari sono necessari, perché qui la gente non ha più nulla. [...] Sono già segnalati casi di colera [...] ci sono bambini arruolati e che diventano soldati, 40mila bambine violentate. E mancano cibo e medicine".

Il Giornale telefona a Edoardo Tagliani, responsabile in Congo dell’organizzazione umanitaria Avsi.


In tutta questa situazione, non mi risulta che nessun governo di nazioni civili ed evolute abbia dato un appoggio sostanziale per la risoluzione del problema. La famigerata ONU, una di quelle tante sigle di stampo buro-massonico che ci rincoglioniscono grazie alla loro parvenza di civiltà, evoluzione e progresso (basti vedere cosa ha fatto in 50 anni la FAO per il problema fame nel mondo) ha mandato 17 mila caschi blu. I quali sono - come tutti sanno - una forza di pace, per cui non sono armati, non possono sparare, non possono difendersi, e nessuno ha mai capito cosa vadano a farci lì. Tanto per fare un raffronto numerico, il generale congolese Nkunda comanda l'esercito dei ribelli, che sono 4 mila, 4 volte meno dei caschi blu, eppure combina tutto questo enorme casino.

In realtà pare che questi Caschi Blu non facciano proprio le belle statuine. Sembra che sappiano anche sparare: "Caschi blu hanno sparato ai ribelli".

La ONG francese "Secours Catholique" è convinta poi che i caschi blu stiano "impedendo a decine di migliaia di sfollati in fuga dai combattimenti di entrare nella strategica citta' di Goma, capoluogo della tormentata provincia del Nord Kivu, all'estremita' orientale dell'ex Zaire, con il risultato che i profughi sono intrappolati alle porte della citta".

Ogni tanto, infine, esce fuori uno scandalo:

Insomma credo che sia troppo facile per i nostri governi lavarsi le mani, inviando 17 mila caschi colorati in vacanza, per solo 1 miliardo e trecento milioni di euro all'anno. Quando si tratta di Africa nessun governo vuole esportare la Democrazia. Quando si tratta di Africa non esistono più i Governi e i loro portavoce. I ministri degli Esteri ribadiscono i loro appelli "a una soluzione politica urgente", così urgente che sono dieci anni e non se n'è ancora vista l'ombra. Tutti vogliono intensificare l'azione diplomatica, nessuno vuole inviare militari armati, insomma, nessuno vuole inviare un esercito vero. Il titolo tipico dei giornali è Fumata nera dell'Unione Europea. In questi giorni a dire il vero stanno discutendo in Europa se inviare 1500 uomini (non sia mai inviarne 4 mila, come i ribelli congolesi! L'eguaglianza numerica potrebbe addirittura significare risolvere la situazione, e questo non è accettabile). La direttiva seguita dai governi nazionali e sovranazionali sembra essere "lasciate che si ammazzino".

Quando si tratta di Africa non esistono più i giornalisti, i giornali, e le fonti di informazione, specchio della Politica. Se qualche squilibrato fa saltare un autobus in Palestina o in Afghanistan (per non parlare di quando si nascono i cuccioli di leone nel Giardino Zoologico di Losanna...) i nostri TG sono solerti nel riportarci quotidianamente il bollettino di guerra con aria affranta. Di norma si manda in onda anche il servizio di qualche inviata famosa visibilmente dimagrita e con i capelli sfatti.

Di quello che succede in Congo... boh? Tutto ciò che c'è da sapere, e da fare, a parte rarissime eccezioni (tipo Daniele Mastrogiacomo di Repubblica) si demanda alle Giulia Pigliucci e agli Edoardo Tagliani. Ai quali va tutta la nostra stima.

EDIT provare (per credere) a digitare su Google le seguenti chiavi di ricerca, comprese le virgolette:
  • "inviato in Iraq" → 3700 risultati
  • "inviato in Afghanistan → 2510 risultati
  • "inviato in Congo" → 20 risultati

2 commenti:

guylaine ha detto...

piu' di 6milioni sono i morti xh questa guerra ha causato.Ho 18 anni, sono nata e cresciuta a Matete una delle tante bidonville che incorniciano le periferie della capitale Kinshasa e vivo in italia da 8 anni. Sentimenti quali rabbia, vergogna, tristezza, paura riempono il mio cuore quando bedo i miei fratelli uccisi, quando vedo le mie sorelle violentate, quando vedo i miei nonni e miei genitori stanchi,stanchi di lottare per una vita che per piu' di un secolo ha mostrato solo il suo negativo: la sofferenza. Un tempo hanno pianto ma ora pure i loro occhi sono stanchi di versare lacrime infertili, e guardano, fissano quei corpi senza vita, quei figli a cui è stata negata la gioia di vivere con un macete.Cos'è allora la vita? qual'è il suo senso? perchè? Ecco queste sono le domande che giorno e notte mi pongo,c'è pero' una cosa per la quale non ci sono dubbi: dobbiamo aiutare questi uomini è un dovere mio e tuo!

Framaulo ha detto...

Grazie per la preziosa testimonianza! F