La recente disputa tra Uto Ughi e Giovanni Allevi sulle pagine de La Stampa mi fornisce l'occasione per rispondere a tutti coloro (parenti, amici e conoscenti) che mi chiedono ormai a cadenza pluriquotidiana ma che ne pensi di Giovanni Allevi?, come se io fossi un grande critico musicale. Praticamente non si può fare a meno di passare le serate parlando di Giovanni Allevi (il che, devo ammettere, mi arreca un fastidio viscerale).
Io personalmente dico subito che non lo sopporto, non tanto per colpa sua, quanto per la sua somiglianza con il nostro attuale e beneamato premier: spacca le opinioni a metà, crea leggende metropolitane su sè stesso, raramente dice ciò che pensa, ha un ineguagliato culto della propria immagine, vuole sempre apparire 30 anni più giovane di quanto non sia, riempie le piazze, ha un consenso del 108% e rigorosamente trasversale, partorisce topolini e declama di aver smosso le montagne.
Ma andiamo per gradi.
Allevi ha un incredibile successo popolare e la sua musica piace.
I concerti di Allevi riscuotono un enorme successo di pubblico. Il concerto del Senato (al quale lui e i Virtuosi Italiani sono stati probabilmente invitati da Renzo Bossi, suo sosia et alter-ego) non ha fatto che suggellare questo dato incontrovertibile. Fa il tutto esaurito ovunque egli vada, e si tratta in genere di migliaia di persone. Prendiamo una testimonianza a caso, “Tutto esaurito al concerto di Giovanni Allevi”. Non ricordo, io personalmente, concerti di pianisti anche celebri che abbiano fatto il tutto esaurito con duemila persone. Anzi, all'ultimo concerto di Krystian Zimerman, a Bari, non solo c'erano quattro gatti, ma c'era un solo professore del Conservatorio locale, tra l'altro non un pianista ma un direttore. Tutti gli altri erano a casa, forse a vedere la televisione. Tanto per la cronaca, in quella stessa stagione musicale in cui ha suonato Zimerman, era previsto anche il concerto di Giovanni Allevi, il quale ha fatto... il tutto esaurito (a quanto mi raccontano, perché ovviamente non ci sono andato). Quando lessi il cartellone della stagione mi venne un colpo, tanto da indurmi a fotografarlo.
Come spiegare questo fenomeno? Zimerman è un mostro sacro, Allevi è un pischello. È come paragonare Robert De Niro a Silvio Muccino. Inspiegabile, ma vero, che i due vengano messi insieme nello stesso posto, ma ancora più incredibile che il primo accolto venga accolto da quattro gatti e il secondo da un bagno di folla.
Allevi fa una musica facile e/o banale.
Sebbene Allevi stesso [ovviamente] scriva che la sua musica "parla al cuore, ma il suo virtuosismo tecnico e soprattutto ritmico (?) richiede esecutori di grande talento", la sua musica in realtà è fatta da quattro note messe insieme, e ben lo sanno tutti gli studenti di pianoforte alle prime armi che si cimentano felicemente con questi brani. Brani che normalmente non presentano alcun tipo di virtuosismo tecnico, nè tantomeno ritmico. Ma quel che è peggio, è che molto spesso i pezzi "più difficili" sono incredibilmente ...banali. Cioè o sono incomprensibilmente impegnativi, o esprimono quel poco con mezzi infantili. Sicuramente Allevi fa una musica orecchiabile, ma "gradita all'orecchio" è una celebre definizione di musica che risale a Sant'Agostino (bella novità): tutte le musiche sono orecchiabili per definizione. Altrimenti sarebbero rumore. Per il resto, non conosce modulazioni, non conosce sviluppo, non conosce contrappunto, non conosce nulla se non il tema idiota ripetuto fino alla nausea, talora nascosto da qualche fioritura per far passare il tempo.
Per tacere della strumentazione primitiva e sempliciotta che Allevi dedica all'Orchestra Sinfonica (usando questo termine uno pensa di trovarsi di fronte ...all'Ottava di Mahler, e poi scopre che al massimo si tratta di un complesso da camera e al peggio di quattro violini). Insomma, decine di studenti di Composizione e Orchestrazione saprebbero (anzi, sanno) scrivere musica molto più pregnante e significativa, sia per forma che per contenuti.
Allevi è un presuntuoso egocentrico e vuole dimostrare 30 anni meno di quanti ne abbia.
Eh sì. Questo bambino prodigio dai capelloni arruffati e dall'abito casual ha 39 anni, cioè soli cinque anni meno di Fabio Fazio (il quale sembra suo padre, o suo zio). Questo sempiterno mentire sull'età per sentirsi meno vecchio e fare colpo sul pubblico più giovane (o giovanile) è una delle cose che non tollero in Allevi. Come anche l'aura messianica di cui egli stesso si ricopre con frasi del genere:
La musica cosiddetta «contemporanea», atonale e dodecafonica, in ogni caso non è più tale, perché espressione delle lacerazioni che agitavano l’Europa in tempi ormai lontani. Ecco allora il mio progetto visionario. È necessario uno sforzo creativo a monte, piuttosto che insistere solo sull’educazione musicale, gettando le basi di una nuova musica colta contemporanea, che recuperi il contatto profondo con la gente. Ho provato a farlo, con le mie partiture e i miei scritti. È stato necessario.
Ecco arrivato il Gesù Cristo delle sette note a risollevare le sorti della musica contemporanea, rea di essere espressione di una geopolitica ormai defunta. Dalle ceneri di Stockhausen nasce Allevi. Da Nono, Berio e Maderna, il testimone passa ad Allevi. Da Arvo Part a Schnittke, da Ligeti a Adams, da Petrassi a Sciarrino, ma anche da Morricone ed Einaudi, la sapienza costruttiva, la padronanza tecnica e la pregnanza contenutistica che sembravano ormai irreversibilmente perdute si materializzano nel capacchione di Giovanni Allevi, l'uomo che riempie le piazze, che avvicina i giovani alla musica, il nuovo sole di Turoldo (sic!). Un commento su YouTube: "ma se questo è un compositore, Frank Zappa chi è? Dio?"
Centinaia di giovani mi scrivono che, sul mio esempio, sono entrati in Conservatorio per studiare uno strumento o per intraprendere la via creativa della composizione. Come la storia dell’Estetica musicale insegna, in tutte le epoche ogni idea nuova ha dovuto faticare per affermarsi, divenendo poi, paradossalmente, la «regola» per i posteri. Quello che è certo è che quando il nuovo avanza fa sempre paura.
Cioè lui è consapevole di essere già in pectore nella storia dell'Estetica musicale, destinato a divenire paradossalmente la regola per i posteri.
ma l’assunto più grave che circola è: «Allevi approfitta dell’ignoranza della gente, attraverso una furba operazione di marketing». Niente di più falso! La mia è una musica classica, perché utilizza il linguaggio colto, la cui padronanza è frutto di anni di studio accademico. La mia è una musica nuova perché contiene quel sapore, quella sensibilità dell’oggi, che nessun musicista del passato poteva immaginare.
Che cosa sia un linguaggio colto, non ci è concesso sapere. Però contiene quel sapore, quella sensibilità dell'oggi che nessun musicista del passato poteva immaginare. Eccoci al Nuovo Testamento dell'Arte Musicale, alla svolta cristologica del desueto e dell'obsoleto, al Rinnovamento nello Spirito, alla Rivoluzione Copernicana, allo Sconvolgimento, alla Palingenesi, al Day After, ecco il Mozart del 2000, il portavoce nel mondo della nuova creatività musicale italiana, il musico-filosofo, il nuovo Noé che traghetta le specie decrepite della decadenza antidiluviana verso il Nuovo Mondo, il Profeta del gusto e della sensibilità popolare, l'OBAMA de noantri, l'arco di luce che teletrasporta dalle Civiltà Precolombiane alle Missioni Spaziali.
Lui è ammirato da tutti, dai gatti fino ai premi Nobel per la Medicina. Per non considerare le leggende metropolitane che lui stesso ha messo in circolazione su di sè. Ormai sono arcinote, per cui evito di riportarle. Insomma, la cosa che, tra le tante, più dà fastidio in Allevi e contemporaneamente fa più ridere, è questa sua incorreggibile spocchia.
Perchè Allevi fa il pienone e Pollini no?
Molti si potrebbero chiedere perchè Baricco piace (e venda) più di Montale o Ungaretti e i fumetti di Topolino piacciano (e vendano) più di Picasso o Kandinskij. Il problema non sta in come si suona, ma in cosa si suona. Se al popolino ignorante (compreso quello del Parlamento della Repubblica) piacciono le melodie sdolcinate ed il suono imbecille del plin-plin, che gli sia dato Allevi. Ma caro Allevi, non venire a dire che fai musica classica modernizzata. Se sei onesto, devi dire che fai quello che qualsiasi studente di pianoforte di livello medio farebbe a casa degli amici per passare le serate, ovvero il plin-plin. Tu non sei "classica". Tu sei un cialtrone che si spaccia per "classica" approfittando del fatto che il tuo pubblico, di "classica", non capisce un'acca. Il popolo profano preferisce mille volte O sole mio fatto male rispetto al Sacre du Printemps eseguito divinamente. Bisogna pensare che anche AlBano ha cantato le arie di Leoncavallo e una penosissima versione del Concerto in si bemolle di Ciaikovskij. Ma AlBano non va in giro dicendo "sono il Caruso del 2000".
Evidentemente, quindi, non regge l'assunto che più un musicista è bravo, più riempie i teatri. Se fosse vero, Zimerman e Pollini farebbero il tutto esaurito mentre Allevi rimarrebbe a casa dove era fino a qualche anno fa. Ma senza scomodare Zimerman e Pollini, Allevi non regge il paragone neanche con Stefano Bollani, il pianista cui più di tutti la stampa lo accosta. Provate ad ascoltare prima Evolution e poi Bollani Carioca, e mi darete ragione.
Conclusioni. Punti certi e ipotesi diagnostiche.
Il martellamento mediatico di cui Allevi è protagonista ha pochi rivali sui mezzi di propaganda. Penso per esempio al dottor Veronesi e a Francesco Totti. Ecco il musico di regime, lo scienziato di regime, l'atleta di regime. Sicuramente Allevi è un discreto pianista, nel senso che ci sono molti pianisti peggiori di lui, anche se non l'ho mai sentito cimentarsi con i Trascendentali di Liszt o con la 106 o con niente del genere. Sicuramente come compositore è invece una schiappa, nel senso che ce ne sono pochi peggiori di lui, e tutti agglomerati nella fascia di età compresa tra i 3 e i 13 anni. Sicuramente fa una musica orecchiabile, melodica, facile, per nulla impegnativa (i cattivi parlano di elevator-music, la musica che si mette negli ascensori) che può piacere a chi è abituato ad un certo tipo di melodie. Sicuramente agli addetti ai lavori fa scendere il latte: uno che conosca un minimo di musica vera non può non essere d'accordo al 100% con quello che dice Ughi. Sicuramente ha un fiuto non comune per il commercio e per la valorizzazione della propria immagine. Sicuramente, infine, quel pizzichino piccolo piccolo di benevolenza che molti gli avrebbero accordato (incluso il sottoscritto) viene immediatamente distrutto dalla sua irriducibile sicumera.
Per cui, cercando di darmi una spiegazione, io credo che Allevi, da studentello sfigato, sia diventato una popstar grazie ad una astuta campagna pubblicitaria e grazie al compiacimento di un certo pubblico bue di sentirsi alla moda. E' una mia ipotesi... ma se fosse realmente così, sarei contento per l'Umanità, visto che le mode così come arrivano, così passano (anche se a sentire lui, passeranno i Cieli, passerà la Terra, ma la sua Parola non passerà). Staremo a vedere.
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7 commenti:
Purtroppo ti do ragione, Fra. Stesso discorso si può fare con tutte quelle "band" di giovani che escono, fanno molto rumore per un po' e poi spariscono con dietro il sacco di denaro, e intanto la musica vera scompare sempre di più.
Complimenti per il post ;)
leggi qua! :)
http://veryinutilpeople.myblog.it/archive/2009/01/02/giovanni-allevi-mangia-la-pasta-al-tonno.html
Simpatico, grazie per la segnalazione :)
Sottoscrivo ogni parola di quanto hai scritto.
Avevo sentito parlare alla radio di Allevi in termini entusiastici e mi era venuta la curiosità di sentirlo. Una sera, in auto mentre tornavo a casa, ho "intercettato" un suo concerto su RadioMontecarlo e sono rimasto attonito da quanta "pochezza" ci fosse nella sua musica.
Non sapevo che osasse attribuirsi una valenza nel campo della musica contemporanea e ne sono choccato! Allevi, secondo me, non ha neppure idea di cosa sia la musica contemporanea. Accostarlo a Stockhausen (ma anche solo a Nono e Maderna) è una vera e propria bestemmia.
Sarebbe come dire che Teomondo Scrofalo è l'erede di Marcel Duchamp...
Bravo Fra!
Per fortuna che c'è ancora qualcuno che ragiona con la sua testa e capisce qualcosa di musica.
Allevi è un qualsiasi pianista da piano-bar con una grande capacità di farsi pubblicità.
Nulla più...
Ahah! Teomondo Scrofalo :)
Grazie Matra, hai detto bene, "pochezza". Quando puoi pensa a farci una vignettina (anche se perderesti punti agli occhi di molti gnuranti) ^_^
Ciao, Fra
Il DVD del concerto di Allevi all'Arena di Verona, dove dirige la sua musica con un'orchestra sinfonica di 90 elementi, davanti 12mila persone, è la grande rivincita del Giovane compositore, sulla spocchia dei suoi critici invidiosi!
Elisabetta
Ciao Elisabetta! Ho visto il DVD, o meglio solo una parte, e non c'è molto da aggiungere a quanto riferisco nell'articolo.
Un pubblico di 12mila persone significa che, come ho già detto, Allevi fa presa su tanta gente. Ma credo che "quantità" non significhi necessariamente "qualità", altrimenti visto il successo mondiale dei cinepanettoni, Boldi e De Sica sarebbero i migliori attori mai esistiti in Italia.
Ancora: "un'orchestra sinfonica di 90 persone" non significa mettere insieme 90 strumentisti a fingere di suonare con una mano e a leggere il giornale con l'altra. Se anche questo ti sconvolge, non hai ben chiaro "come sia veramente" ^^ un'orchestra sinfonica!
Ancora: lo chiami Giovane, ma ti ricordo che ha appena compiuto 40 anni. Senza scomodare Mozart, Schubert, Chopin che a 40 anni erano già belli e sepolti dopo aver lasciato capolavori universali dell'arte di tutti i tempi (a cui non si può neanche lontanamente immaginare di accostare i plin plin alleviani), se fai un giro nei Conservatori (e anche fuori) troverai gente di 15-20 anni che scrive musica imparagonabilmente più bella di quella di Allevi, ma che purtroppo non ha la possibilità di sponsor, di immagine e di tutto il resto per farla suonare.
L'unico grande mistero è scoprire chi l'abbia portato lì all'Arena. Un giorno il nome o i nomi verranno fuori.
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