Congo, arrivano i caschi blu:
Ma rimane alto il rischio di una catastrofe umanitaria.
Sorvolando su una facile ironia riguardo la prontezza di riflessi del PD e del suo segretario, vale la pena di chiedersi se cinque milioni di morti e dieci anni di guerra possano
già essere considerati come una catastrofe umanitaria.
In realtà ciò che sta accadendo non lo sa nessuno. Si sa solo che c'è un grande ambaradàn con un numero imprecisato di vittime e
milioni di sfollati. Considerando la densità di giornalisti e reporter ubicati in Iraq e Afghanistan, e la densità di giornalisti inviati in Congo, il raffronto è ridicolo.
Infatti il
TgCom, per informarsi, telefona non ad un giornalista ma ad una volontaria,
Giulia Pigliucci del
Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che opera in un centro congolese di Salesiani: "al momento i ribelli tutsi del generale Laurent Nkunda si muovono per cacciare i governativi, fedeli al potere centrale del presidente Joseph Kabila. In questa situazione ci sono oltre due milioni di sfollati che non hanno aiuti e si spostano in cerca di cibo, acqua, medicine e per scappare alle violenze della guerra. [...] Saccheggi, violenze [...] la cittadinanza è il bersaglio di miliziani, militari e pirati [...] i prezzi in città sono arrivati alle stelle. Gli aiuti umanitari sono necessari, perché qui la gente non ha più nulla. [...] Sono già segnalati casi di colera [...] ci sono bambini arruolati e che diventano soldati, 40mila bambine violentate. E mancano cibo e medicine".
Il Giornale telefona a
Edoardo Tagliani, responsabile in Congo dell’organizzazione umanitaria
Avsi.
In tutta questa situazione, non mi risulta che nessun governo di nazioni civili ed evolute abbia dato un
appoggio sostanziale per la risoluzione del problema. La famigerata ONU, una di quelle tante sigle di stampo buro-massonico che ci rincoglioniscono grazie alla loro parvenza di civiltà, evoluzione e progresso (basti vedere
cosa ha fatto in 50 anni la FAO per il problema fame nel mondo) ha mandato
17 mila caschi blu. I quali sono - come tutti sanno - una
forza di pace, per cui non sono armati, non possono sparare, non possono difendersi, e nessuno ha mai capito cosa vadano a farci lì. Tanto per fare un raffronto numerico, il generale congolese Nkunda comanda l'esercito dei ribelli, che sono
4 mila, 4 volte meno dei caschi blu, eppure combina tutto questo enorme casino.
In realtà pare che questi Caschi Blu non facciano proprio le belle statuine. Sembra che sappiano anche sparare:
"Caschi blu hanno sparato ai ribelli".
La
ONG francese "Secours Catholique" è convinta poi che i caschi blu stiano "impedendo a decine di migliaia di sfollati in fuga dai combattimenti di entrare nella strategica citta' di Goma, capoluogo della tormentata provincia del Nord Kivu, all'estremita' orientale dell'ex Zaire, con il risultato che i profughi sono intrappolati alle porte della citta".
Ogni tanto, infine, esce fuori uno scandalo:
Insomma credo che sia troppo facile per i nostri governi lavarsi le mani, inviando 17 mila caschi colorati in vacanza, per solo 1 miliardo e trecento milioni di euro all'anno.
Quando si tratta di Africa nessun governo vuole esportare la Democrazia. Quando si tratta di Africa non esistono più i Governi e i loro portavoce. I ministri degli Esteri ribadiscono i loro appelli "
a una soluzione politica urgente", così urgente che sono
dieci anni e non se n'è ancora vista l'ombra. Tutti vogliono intensificare l'azione diplomatica, nessuno vuole inviare militari armati, insomma, nessuno vuole inviare un esercito vero. Il titolo tipico dei giornali è
Fumata nera dell'Unione Europea. In questi giorni a dire il vero stanno discutendo in Europa se inviare 1500 uomini (non sia mai inviarne 4 mila, come i ribelli congolesi! L'eguaglianza numerica potrebbe addirittura significare risolvere la situazione, e questo non è accettabile). La direttiva seguita dai governi nazionali e sovranazionali
sembra essere "lasciate che si ammazzino".
Quando si tratta di Africa non esistono più i giornalisti, i giornali, e le fonti di informazione, specchio della Politica. Se qualche squilibrato fa saltare un autobus in Palestina o in Afghanistan (per non parlare di quando si nascono i
cuccioli di leone nel Giardino Zoologico di Losanna...) i nostri TG sono solerti nel riportarci quotidianamente il bollettino di guerra con aria affranta. Di norma si manda in onda anche il servizio di
qualche inviata famosa visibilmente dimagrita e con i capelli sfatti.
Di quello che succede in Congo... boh? Tutto ciò che c'è da
sapere, e da
fare, a parte rarissime eccezioni (tipo Daniele Mastrogiacomo di Repubblica)
si demanda alle Giulia Pigliucci e agli Edoardo Tagliani. Ai quali va tutta la nostra stima.
EDIT provare (per credere) a digitare su Google le seguenti chiavi di ricerca, comprese le virgolette:
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