domenica 28 dicembre 2008

Precisazioni sulla melamina (o melammina)

Cerco di fare un po' di ordine sugli aspetti più tecnici della vicenda "melamina", visto che i media trattano i loro utenti come dei perfetti imbecilli, creando poche idee ma confuse nella testa dei lettori e dei teleradioascoltatori.

Prima di tutto, poichè molti la confondono con la melanina (il pigmento cutaneo che ci fa abbronzare), è bene che si distingua subito: l'argomento del post è la melamina, con la emme, e non fa abbronzare.

La melamina (o melammina o cianurammide) è una molecola eterociclica fortemente azotata (nella figura si possono contare 6 azoti, che rappresentano ben il 66% della massa molecolare) .

La melamina è utilizzata per produrre un particolare tipo di resine termoindurenti, dette appunto résine melamminiche. Questo materiale, come zio Google insegna, serve a produrre un sacco di oggetti molto utili: piatti (vedi figura), scodelle, tabelloni da basket, tavoli da ping-pong, pannelli fonoassorbenti, e tante altre cose (insomma, le solite porcherie plasticacce per cui nel 3008 i nostri pro-pro-pro-nipoti ci malediranno giorno per giorno). E' opportuno precisare che non solo la Cina, ma tutto il mondo industrializzato produce melamina.

Allora dove nasce il problema? Il problema nasce dal fatto che in Cina, qualche tempo fa, alcuni tipi di latte in polvere per neonati avevano dato problemi di marasmo (un tipo di malnutrizione proteica) in certi neonati. Il Governo cinese si imbestialì, e decretò che nel latte in polvere ci doveva essere un certo quantitativo minimo di proteine, per legge.

Ora è risaputo che, quando si analizza un cibo, non si vanno a contare le proteine una per una. In genere si usa il contenuto di azoto come un indice indiretto, abbastanza affidabile, del contenuto proteico di un cibo (visto che i carboidrati e i grassi sono privi di azoto). A certi buontemponi (che esistono in tutto il mondo, non solo in Italia) viene in mente che aggiungendo la melamina (ricchissima di azoto, come abbiamo visto) al latte in polvere, aumenta il contenuto di azoto nel latte e si beffano i NAS che lo interpretano come un latte a buon contenuto proteico.

In realtà non c'è ancora la certezza che sia andata così, visto che esistono molecole meno dispendiose per adulterare i cibi in modo da alterarne il contenuto in azoto (per esempio l'urea). Ma non c'è altra spiegazione ragionevole. Infatti l'altra ipotesi, l'inquinamento accidentale, viene facilmente scartata: si ha quando il recipiente (a base di melamina) si rovina (per reazioni acido-base) contaminando il cibo che contiene: ma un recipiente danneggiato in questa maniera si osserva facilmente, e peraltro è di raro riscontro.

Nei bambini che hanno ingerito questo latte, il problema è derivato dal fatto che la melamina, insieme a proteine, fosfati, acido urico ed acido cianurico (il metabolita della melamina stessa), forma dei calcoli renali di cianurato di melamina, che ostruiscono i tubuli renali dei bimbi e impediscono il deflusso dell'urina, provocando insufficienza renale acuta di tipo ostruttivo (o post-renale, per gli amanti delle classificazioni). Un ulteriore problema è derivato dal fatto che questi calcoli non sono del tutto radiopachi, per cui ai raggi X possono essere male interpretati.

In ogni caso, una volta scoperta l'insufficienza e capita la sua causa, basta trattarla come una normale insufficienza renale ostruttiva, rimuovendo i calcoli e idratando il piccolo paziente. Se necessario, si fa qualche seduta di dialisi. Per questo motivo, dei quasi 300mila bambini cinesi intossicati, solo 50mila sono stati ricoverati, e ne sono morti sei (in questi ultimi, l'insufficienza non era stata prontamente diagnosticata, ma questo dipende non tanto dalla melamina quanto dai medici). Queste cifre provengono dal New England Journal of Medicine.

Questo riduce di molto l'allarmismo generato dai mezzi di comunicazione. Inoltre, come insegna anche WikiPedia, la dose tossica della melamina è comparabile a quella del comune sale da cucina. Per cui il latte in polvere contaminato da melamina non è radioattivo e non causa tumori, come ho sentito dire da pseudoesperti. Diverso è il caso dell'esposizione cronica alle polveri, nelle lavorazioni industriali, ma questo esula dall'oggetto del post.

Infine una considerazione sul dato più inquietante di tutta questa storia: le implicazioni globali, economiche e sanitarie, per cui i destini asiatici sono ormai fortemente intrecciati con quelli americani, africani ed europei. Non esistono più epidemie localizzate: tutto diviene pandemia, dalla SARS alla melamina, dalla mucca pazza al colera. Infatti, la vicenda cinese ha permesso di scoperchiare contaminazioni in tutto il mondo, dagli USA alla provincia di Bari. Il business agroalimentare globale permette una diffusione rapidissima in tutto l'orbe abitato, nel bene come nel male. Questo è l'oggetto di studio dell'ambizioso Foodborne Disease Burden Epidemiology Reference Group, sorto nel 2006 in seno al WHO.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Interessante ma soprattutto chiarificatore, cosa che sarebbe stata impossibile basandosi sulle letture di articoli sensazionalistici sparsi qua e là... ;)

Ciao e buon anno anche a te Framaulo, ciaoo !