domenica 21 dicembre 2008

Indagine della SIC sui problemi medico-legali in Chirurgia

La SIC (Società Italiana di Chirurgia) ha promosso un'indagine su quanto pesi il rischio medico-legale sull'attività dei chirurghi italiani. Il risultato è importante e, a mio vedere, scontato e ampiamente negativo. Il risultato è che il 78% dei chirurghi italiani dichiara di aver adottato almeno un comportamento di medicina difensiva durante l'ultimo mese di lavoro. Tra i chirurghi più giovani (32-42 anni) questa percentuale sale al 92%.

Per medicina difensiva si intende che le azioni del medico non sono tanto rivolte a curare il paziente (come buon senso vorrebbe), ma a ridurre la propria esposizione al rischio di finire in tribunale per malpractice. La medicina difensiva può essere
  • positiva: quando il medico fa più di quanto dovrebbe fare (prescrivendo per maggiore sicurezza test diagnostici o terapie del tutto inutili, ad esempio biopsie non giustificate o ricoveri per pazienti facilmente gestibili in ambulatorio);
  • negativa: quando il medico fa meno di quanto dovrebbe fare (evitando di prescrivere test diagnostici o terapie che andrebbero invece prescritte).
Entrambi questi atteggiamenti comportano un danno per il paziente, non solo nel secondo caso (dove è ovvio e intuitivo) ma anche nel primo, perchè la prescrizione di esami e terapie inutili causa una notevole perdita di tempo e di denaro per il paziente, per il medico e per il Sistema Sanitario Nazionale.

Quindi si crea un circolo vizioso che parte da un errore del medico (vero o presunto tale) : danno al paziente → contenzioso medico-legale → medicina difensiva → danno al paziente.

Inoltre, nel contesto della "medicina difensiva negativa" si può inserire il sempre maggiore (e giustificato) disinteresse dei giovani per la chirurgia. E siccome i giovani di oggi sono i maestri del domani, il danno all'intera società è grave.


Mi unisco alle parole del dr. Rocco Bellantone, segretario generale della SIC, che riassumono bene la situazione: è giusto che i medici siano puniti quando sbagliano, ma occorre anche che siano messi nelle condizioni di lavorare serenamente.

Va anche considerato che nel 90% dei casi il medico viene assolto, il che significa perdita di tempo e denaro da parte di tutti: medico, paziente, SSN e Procure.

Leggere anche CyberMed, Repubblica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto, altrimenti per la negligenza di pochi si rischia di causare un danno maggiore a tutti..
p.s. tu stai studiando per diventare un chirurgo?

Framaulo ha detto...

Per ora mi devo laureare, poi si vedrà :-) E uno dei motivi che mi inducono a lasciar perdere la strada della Chirurgia è proprio l'angoscia delle denunce, nonostante i pazienti firmino consensi informati sempre più chilometrici e nonostante il sanitario venga quasi sempre assolto.