mercoledì 3 dicembre 2008

Serve la letteratura ai medici?

[...] Fa presente la necessità, per alcuni mestieri (e soprattutto i medici) di includere la letteratura nei loro studi. Un rapporto mostra che l'esposizione di medici specializzandi all'influenza dei grandi testi di prosa possa a lungo andare modificare la loro analisi clinica; raccomanda di far loro scrivere dei racconti, dei saggi brevi e delle poesie.

I teorici di questa pratica la chiamano "narrative medicine". Anton Cechov spinse così lontano questo discorso da abbandonare la medicina per la letteratura. Senza arrivare a questi eccessi, essi stimano che l'educazione letteraria dei giovani medici ne sviluppi l'istinto di compassione. La loro competenza tecnica guadagna in empatia [...] rendendoli più inclini a comprendere, dunque a condividere, il punto di vista e le ansie dei loro pazienti.

In particolare la lettura delle opere di Tolstoj e Virginia Woolf [...] sono particolarmente utili, soprattutto durante la specializzazione. Tanto che il "Saint Barnabas Medical Center" di Livingston (NJ), ha reso obbligatoria questa pratica: gli studenti di chirurgia dell'Università Vanderbilt e i futuri ginecologi devono passare attraverso i classici della letteratura.

Fonti:
- passouline.blog
- article du New York Times

Merci à Benjamin (Benstein)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Oltre a "merci" tutto il resto per me è arabo :(

Framaulo ha detto...

Chiedo scusa, sono stato fuori questi giorni, provvedo subito alla traduzione. Francesco

Anonimo ha detto...

Pur non essendo medico, condivido.
Ciao.

Framaulo ha detto...

Grazie XPX.