lunedì 18 agosto 2008

Riflessioni sul conflitto Russia-Georgia

Come noto, l'orso russo si è svegliato. Vorrei riportare qui alcune riflessioni sul conflitto-lampo che mi interessa anche per ragioni personali (ho dei piccoli amici a Tbilisi) e che sta finalmente riscaldando la Guerra Fredda.


1) Ruolo dell'Europa nella mediazione NATO-RUSSIA

I presidenti americani Bush padre e Clinton garantirono a Gorbaciov che la NATO non si sarebbe espansa all'interno dei confini dell'ex impero dell'Unione Sovietica. Ma già nel 1998 questa solenne promessa fu rotta con l'annessione alla NATO di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. La Russia aveva anche tollerato l'annessione di Estonia, Lettonia e Lituania. Praticamente oggigiorno 6 Paesi del Patto di Varsavia e 3 repubbliche ex-URSS sono oggi membri della NATO (vedi mappa).

Ma la richiesta di portare Ucraina e Georgia nella grande famiglia è stata eccessiva, ha reso evidente a tutto il mondo che gli Stati Uniti stessero cercando di accerchiare e spaccare la Russia. All’ultimo vertice NATO (tenuto a Bucarest all'inizio di aprile 2008) GW Bush tentò in tutti i modi di convincere l'Europa dell'importanza di una annessione immediata di Georgia e Ucraina al Patto Atlantico. Putin naturalmente si arrabbiò come una belva. Ma l'Europa, e in particolare Sarkozy e Merkel che tanto in questi giorni si stanno dando da fare per mediare, decisero di prendere tempo, ovvero decisero di non decidere, come spesso accade all'euroburocrazia.

Fonte: Repubblica, Panorama.

Da questo se ne può trarre una conclusione. Probabilmente Bush e Saakashvili avevano in mente la guerra contro l'Ossezia già in aprile, e volevano prevenire ogni tipo di intervento russo inserendo la Georgia nell'ambito NATO. In tutto questo l'ottusità e la passività dell'Europa sono state almeno parzialmente colpevoli (il grosso della colpa ce l'ha naturalmente il tandem Bush-Saakashvili, sostenuto come vedremo da... Israele).


2) Stanchezza degli USA, Europa sotto scacco

Il conflitto in Georgia ha riconfermato la Russia nell'opinione pubblica come grande potenza militare e politica. Ha reagito prontissimamente (nell'arco di poche ore), precisamente e accuratamente all'invasione dell'Ossezia, che evidentemente si aspettava, e ha vinto la guerra. Tutto questo nel grande palcoscenico mediatico in cui la Cina olimpica si impone come la nuova superpotenza mondiale, economica, politica e militare.



Ma la cosa più importante è che la Russia ha dimostrato di poter invadere ed occupare un Paese filo-americano senza timore di rappresaglie e ritorsioni sul campo, ovvero senza la minima reazione bellica da parte di Europa e USA, che hanno scelto da subito la strada della mediazione diplomatica, e delle minacce ("gravi conseguenze per Mosca se...", ma si sa, il can che abbaia non morde).

AL contrario è risaltata la debolezza degli USA, impantanati nel nuovo Vietnam (Iraq ed Afghanistan), nel potenziale conflitto con l'Iran e con il Pakistan sul filo del rasoio. Semplicemente gli USA non sono numericamente in grado di intervenire nella zone periferiche russe. Questo suona come un potente avvertimento a vari Paesi filo-americani come Ucraina e Polonia. Non per niente, Bush si è subito affannato a concludere l'accordo per lo scudo missilistico con Varsavia. L'immediata risposta di Mosca è stata "la Polonia rischia una ritorsione militare". Se Bush non è intervenuto a salvare Tbilisi, non interverrà neanche a Varsavia.

Fonte: Il sole 24 ore.

D'altra parte, l'Europa è suddita di Mosca per quanto riguarda il fabbisogno energetico. E dalla Georgia parte l’unico oleodotto che fa arrivare il petrolio del Caspio all’Europa Occidentale senza passare attraverso la Russia.


3) Il ruolo di Israele.

Chi l'avrebbe mai detto che (anche) dietro il conflitto Russia-Georgia ci fosse... Israele. Lo spiega con dovizia di particolari Maurizio Blondet dalle pagine di "effedieffe.com". Il ministro per la reintegrazione territoriale georgiano, ovvero l'individuo che ha il compito di riprendersi Ossezia e Abkhazia, si chiama Temur Yakobashvili ("Temur figlio di Giacobbe"), è un israeliano e, il giorno dell’attacco georgiano all'Ossezia, disse che «Israele deve essere fiero (should be proud) della preparazione che ha dato alle nostre truppe». Dal suo punto di vista, il cessate-il-fuoco mediato da Sarkozy suona come un alto tradimento: «Israele ci ha tradito come gli europei e gli Stati Uniti [...] Israele deve proteggere gli interessi che ha qui: ci sono molti uomini d’affari israeliani che hanno investito denaro, e un Paese deve proteggere gli investimenti dei suoi cittadini». Viene fuori che privati israeliani hanno investito in Georgia per oltre un miliardo di dollari. INoltre Israele riceve petrolio attraverso un oleodotto georgiano.

Fonte: atimes.it

Anche il ministro della Difesa georgiano è ebreo, si chiama David Kezerashvili: è «un israeliano che parla ebraico correntemente ed ha fortemente contribuito alla cooperazione fra i due Paesi».

Fonte: Arie Egozi, «War in Georgia: the Israeli connection», YNET.News, 10 agosto 2008.

Aggiornamento 2 settembre 2008 Ecco cosa chiede in cambio Israele a Saakashvili dopo averne armato e addestrato l'esercito: usare la Georgia come base militare di attacco all'Iran. Il cerchio pare chiudersi. Fonte: Middle East Times.

4) La guerra giornalistica

Il sito della CNN ha promosso un sondaggio, chiedendo ai lettori se l'intervento russo fosse un'azione di pace o piuttosto un'invasione bella e buona. Ebbene il 92% dei lettori americani ha ritenuto l'intervento russo una legittima difesa, cosa che ha spinto la CNN a rimuovere immediatamente il sondaggio dalla Rete, per cui è visibile solo in alcuni screenshot:
- imageshack
- digg.com

D'altra parte il solito Blondet ha sgamato cosa si nasconde dietro un abominevole servizio fotografico della Reuters (fonte: Effedieffe): un prezzolato che posa in lacrime.

4 commenti:

francesca ha detto...

Mi permetto di segnalarti che essere israeliano e israelita sono due cose diverse. mi stupisce che un cittadino israeliano possa essere Ministro in un altro Paese. Verifica bene informazioni di questo genere. Quanto alla necessità di sengnalare l'origine ebraica delle persone....bhé...lascia il tempo che trova...
Francesca

Framaulo ha detto...

I personaggi citati sono entrambi ebrei.

Davit Kezerashvili è un trentenne che, nemmeno sergente, è stato messo da Saakashvili a capo delle forze armate georgiane. Che fiducia! Altro che Carfagna. Secondo wikipedia.org è un "former Israeli", ovvero cittadino israeliano, anche se nato a Tbilisi. Ha studiato in Russia e Israele.

Temur Yakobashvili (figlio di Giacobbe) è un quarantenne che ha studiato in USA e Regno Unito, ma parla correntemente in ebraico. Dopo l'invasione dell'Ossezia, ad una radio israeliana si è detto "fiero, come ebreo, di Israele per come ha addestrato le truppe georgiane" rivelando un particolare inquietante e rendendolo cittadino israeliano ad honorem.

Che cosa ci possano fare costoro a capo di due ministeri di quell'importanza è difficile da capire, ma una volta capito rende conto dell'importanza di segnalare l'origine ebraica di alcuni individui. Se è solo per par condicio, anche Medvedev è un cognome tipicamente ebreo ashkenazita.

Ma al di là dei personaggi, il fatto che la Georgia compri armamenti da Israele e se ne faccia addestrare le truppe, è un fatto. Anzi lo stesso Jakobashvili ha candidamente smentito la notizia secondo cui Israele aveva interrotto la fornitura di armi.
http://www.civilgeorgia.ge/eng/article.php?id=18902

E che Israele abbia investito un miliardo di dollari in Georgia è un altro fatto. Quindi, domanda cruciale: perchè sottolineo Israele e non sottolineo il ruolo del Gabon, dell'Australia o della Spagna? Insomma, non è difficile.

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno che ha il coraggio di ribellarsi al gergo politicamente corretto imposto dagli amerikani e dai loro servi: che sono legittimi due pesi e due misure. Ossia il Kossovo indipendente, l'Ossezia no. Del resto anche in passato l'Amerika aveva dato prova di doppiopesismo, considerando terrorista il PKK perché nemico degli amici turchi, e non l'UCK perché nemico dei serbi filorussi.

Framaulo ha detto...

Non solo di doppiopesismo ma anche di doppiogiochismo, quando si tratta di fornire armi a paesi che poi verranno invasi. Squallida ipocrisia. Ma i nodi verranno al pettine, sperando di non pagarne anche noi le conseguenze.