martedì 21 ottobre 2008

ILVA diossina e tumori

Non è più possibile andare avanti così.

Nel 2005, a "S." di Taranto, un bambino di 10 anni, fu diagnosticato un adenocarcinoma del rinofaringe, un tumore maligno, molto grave, che di solito colpisce i forti fumatori, non i bambini. Nella letteratura medica oncologica non esistono casi simili. Direte, "perchè"?
  • Taranto è la città più inquinata dell'Europa Occidentale
  • Taranto è nella triade delle città più inquinate al mondo per emissioni industriali, con la cinese Linfen e la romena Copša Miça
  • L'inquinamento di Taranto viene per il 7% dai cittadini, e per il 93% dal polo industriale: dati che provengono dall'INES (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti)
  • A Taranto si produce il 92% della diossina italiana e quasi il 9% della diossina europea.
  • La diossina causa leucemie, mielomi, linfomi, e altri tumori
  • ILVA da sola emette nell´aria il 10% di tutto l´ossido di carbonio prodotto in Europa
ILVA evade l'ICI da ormai 13 anni. Ma paradossalmente, dal canto suo, l'azienda è in regola con le emissioni di diossina, pur superando di gran lunga la quantità emessa a Seveso negli anni 70. Già, perchè mentre il limite europeo di emissioni è di 0,4 nanogrammi per metro cubo, in Italia è di 100 nanogrammi. Pensare che in Germania è di 0,1 nanogrammi, quindi mille volte meno. Questo escamotage permette al polo industriale di fatturare ogni anno più del precedente.


  • 180 caduti sul lavoro
  • 8mila invalidi
  • 10 o forse 20mila (dipende dalle stime) morti di cancro e leucemie
  • Tre mamme che allattano i figli con latte contaminato dalla diossina
  • Cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo
  • 1.200 pecore e capre da abbattere
  • Un bambino di 13 anni con il cancro del rinofaringe
E' un tributo troppo alto da pagare. Il problema è che questi dati sono incredibilmente in aumento.

E' vero che il presidente Vendola ha deciso di fare la voce grossa con il gruppo di Emilio Riva. Ma si sta perdendo tempo prezioso. I mesi passano.

Ultimamente però il TAR Puglia sezione di Lecce ha dato ragione al Comitato "Taranto futura" sull'ipotesi di un referendum consultivo sulla vicenda ILVA, e ha imposto al Comune di Taranto di organizzarlo entro 90 giorni. Fonte. Staremo a vedere.

* Rapporto INES 2006
* Sito dell'INES
* C'è una Seveso in Puglia e si chiama Taranto

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Dati che ignoravo e che mi fanno semplicemente rabbrividire :(

Framaulo ha detto...

E' una vergogna nazionale. Chi va a Taranto può vedere i fumi a decine di chilometri di distanza. Il quartiere Tamburi è chiamato il "quartiere dei morti viventi". Qui non si tratta di difendere l'ambiente, si tratta di difendere con i denti la propria vita. Nel 2008, in un paese democratico e civile. Ciao, Fra

Anonimo ha detto...

quello di taranto non è un caso isolato: anche ad augusta vicino siracusa, stanno venendo fuori dati inquietanti sull'incidenza di un impianto (petrolchimico stavolta) sulla salute degli abitanti. questo video video ne è una testimonianza.

Anonimo ha detto...

Sono nata in provincia di Taranto e mio padre, come moltissimi del mio paese, ha lavorato all'ilva.
Ogni volta che passo sulla strada che costeggia l'ilva e vedo tutta la strada, i guard rail, gli alberi pieni di polvere rossa penso alla gente che vive li vicino e rabbrividisco. Non ne sono sicura ma credo che li a fianco vi siano anche delle scuole...

Framaulo ha detto...

Grazie per le testimonianze!

Anonimo ha detto...

Cari visitatori,
purtroppo, i terreni che fiancheggiano l'ILVA, non ospitano solo i pascoli delle povere pecore in questione, ma anche interi aranceti e frutteti vari ( oltre ortaggi e verdure), che forniscono di frutta le nostre tavole. La frutta dovrebbe essere immune alla diossina? Per sopravvivere a tutto questo, dovremmo abbandonare la bella città di Taranto e provincia e trasferirci altrove ( magari a Genova!).